La Silicon Valley e il mondo delle startup
- Laura Larghi

- 10 nov
- Tempo di lettura: 3 min
Fondare una startup non è più l’eccezione, ma la norma.
di Laura Larghi

La Silicon Valley è stata per decenni la culla delle startup, ovvero aziende di nuova fondazione. Le prestigiose università, le tecnologie all’avanguardia, la presenza di talenti da tutto il mondo e l’elevata disponibilità di capitale hanno contribuito a creare un ambiente ideale per l’innovazione.
E questo continua tuttora, ma mentre prima fondare una startup era un’eccezione, oggi è la norma.
Già durante le scuole superiori, molti ragazzi iniziano a lanciare le proprie idee imprenditoriali, e ogni intuizione diventa una startup. Quando si arriva a quarant’anni o cinquant’anni, è quasi scontato averne fondate almeno due o tre, con l’aspettativa che una o più siano diventate grandi società o, come si dice qui, “unicorn” (startup con una valutazione superiore al miliardo di dollari).
Sembra uno scherzo, ma non lo è. Il mondo delle startup è diventato affollato e altamente competitivo.
I tempi in cui Steve Jobs lavorava nel suo garage sono finiti. Oggi, anche sostenere le startup è un business: esistono associazioni e società specializzate, mentor (guide esperte) e incubatori (programmi che aiutano le aziende agli inizi) che supportano i fondatori nei primi passi.
Ci sono inoltre numerose conferenze, fiere e anche eventi più informali per fondatori, che offrono visibilità e opportunità di creare e sviluppare il proprio network.

TechCrunch Distrupt - Una delle conferenza per start up a San Francisco
Cosa serve per creare una startup
Per creare una startup servono due cose: un’idea e capitali. Il fondatore deve lavorare su entrambi i fronti fin da subito: deve sviluppare l’idea e trasformarla in un prodotto/servizio e questa è la parte entusiasmante e allo stesso tempo deve cercare finanziamenti, e questa parte è spesso meno attraente.
Scegliere gli investitori è un lavoro arduo. Molti investitori hanno grandi aspettative ma poche competenze, e possono diventare un ostacolo, se non addirittura contribuire al fallimento dell’impresa.
Attirare gli investitori giusti non è semplice, e come in ogni cosa nella Silicon Valley, avere il giusto network è fondamentale. Dopo la prima startup, se si è costruito un network solido, lanciare la seconda o la terza diventa più semplice.
Una delle caratteristiche più importanti per essere considerati attraenti dagli investitori è avere un prodotto o servizio “scalable”, cioè in grado di crescere rapidamente e rivolgersi a un mercato ampio.
Unicorn, exit e IPO: sogni e realtà
La maggior parte delle startup mira a diventare un “unicorn” e a quotarsi in borsa. Ma non è semplice, alcune non riescono a trasformare l’idea in prodotto altre non hanno i capitali per creare una rete di vendita.
Una valida alternativa alla quotazione, per i fondatori, e’ la vendita della società ad una grande azienda del settore o ad un investitore finanziario che hanno i capitali per sostenere la sua crescita.

Zona relax per fondatori di start up ad una conferenza
Ma tutte queste startup sono davvero necessarie?
Sicuramente c’è bisogno di nuove idee per migliorare il mondo. Pensiamo alla sanità: quanto tempo dovremo aspettare per risonanze magnetiche meno claustrofobiche, preparazioni per la colonscopia più umane, esami del sangue non invasivi o dosaggi di vaccini personalizzati in base al peso? Le possibilità di innovazione sono infinite.
Eppure purtroppo la maggior parte delle startup si concentra su applicazioni e software per rendere diversi compiti automatizzati e più' efficienti. È davvero necessario avere un’app che ci suggerisca cosa cucinare in base al contenuto del frigo? Oppure è così importante poter leggere le email mentre si è nella vasca da bagno?
Perché l’innovazione predilige il software? Perché gli investimenti richiesti sono più contenuti, i ritorni più rapidi – ed è questo che amano gli investitori.
Ben vengano le idee che migliorano la vita. Ma non aspettiamoci troppo da ogni nuova startup.



Interessantissimo come sempre e mi chiedo potrebbero essere le Universita ad appoggiare innovazioni utili attraverso incubazioni mirate?