Nidi Vuoti
- Laura Larghi
- 1 giorno fa
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Inizia l’università, per figli e genitori si apre una nuova fase della vita
di Laura Larghi

Alla fine della scuola superiore, che negli Stati Uniti dura quattro anni, i ragazzi vanno al college/università e la maggior parte di loro si allontana dalle famiglie.
La scelta del college è molto complessa e il luogo dove essa si trova gioca spesso un ruolo importante nella decisione.
A quale distanza dalla famiglia voglio stare? È una delle domande che i ragazzi devono rispondere.
C’è chi vuole andare lontano e conoscere un’altra parte del paese, c’è chi si vuole allontanare ma con moderazione e magari essere in grado di tornare a casa nel fine settimana e sceglie una scuola nello stesso stato e c’è chi non vuole allontanarsi e spesso sceglie l’università nella stessa città.
Il distacco dalla famiglia di solito non è facile e la difficoltà aumenta con la distanza.
I campus delle alcune università
Ma ad aiutare i ragazzi ci pensano le università. Qui i college sono molto preparati ad accogliere i nuovi studenti, la maggior parte offre una settimana di orientamento dove i ragazzi si conoscono, fanno attività diverse, conoscono l’università e la zona dove si trova.
Per i genitori invece è diverso, si devono arrangiare. Se ad andarsene è l’unico figlio o l’ultimo dei figli, i genitori rimangono con il nido vuoto, e qui vengono chiamati “empty nester”.

Dopo aver passato 18 anni o più a faticare per trovare un po’ di tempo libero ora le cose cambiano, il tempo libero ritorna! Cosa si fa alla sera che non ci sono più gli allenamenti o i compiti? E nei fine settimana senza tornei o partite? Si fa quello che si vuole!
L’adattamento alla vita senza figli è molto diverso da persona a persona, da chi è felice di aver ritrovato la libertà a chi non si rassegna e vive per il ritorno dei figli.
Però le possibilità di affrontare questo cambiamento positivamente ci sono, basta cercarle. C’è chi ritorna a lavorare, chi si iscrive all’università, chi si dedica a nuovi hobby o riscopre le passioni accantonate da tempo, chi viaggia e chi si dedica al volontariato.

Cosa fare della stanza vuota dei figli? Questa è una domanda ricorrente fra gli “empty nester” ma anche qui si può lasciare spazio alla fantasia. C’è chi la trasforma in un ufficio, chi installa una piccola palestra casalinga, chi la utilizza per gli hobbies e chi la lascia intatta per il ritorno della prole.
Come la tecnologia ha cambiato il distacco

La tecnologia ha però cambiato anche questo passo della vita. In passato la partenza era un vero distacco con rare telefonate e lettere. I ragazzi dovevano imparare ad affrontare da soli le prime difficoltà della vita. Ora con smart phone e app anche la distanza più grande si riduce.
Da un lato è bello essere più connessi e partecipi della vita dei figli, dall’altro i genitori spesso continuano a risolvere i problemi dei figli, da remoto.
È comune sentire genitori lamentarsi di essere chiamati nel mezzo della notte o all’alba (vista la differenza oraria all’interno del paese) dai figli per problemi più o meno importanti. È bello poter aiutare i figli ma questo allunga i tempi di una vera indipendenza!
O andare al concertto degli oasis...!