Elezioni presidenziali americane: osservazioni sparse
- Laura Larghi
- 24 set 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Mentre sui media non si parla d’altro nella vita normale l’argomento è spesso evitato
di Laura Larghi

La bandiera degli Stati Uniti d'America
Al 5 di novembre, data delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, manca poco più di un mese, ma quali sorprese ci riserveranno gli ultimi giorni?
Da quando mi sono trasferita negli Stati Uniti, nel 2016, ho assistito a tre elezioni presidenziali, ed ecco cosa ho notato:
- La campagna elettorale
Qui si ha la sensazione che la campagna elettorale per le prossime elezioni, sia iniziata quattro anni fa, subito dopo l’insediamento di Biden alla Casa Bianca nel gennaio 2020. In questi quattro anni sembra che l’obbiettivo principale dei diversi partiti non sia stato risolvere i problemi della nazione, ma convincere gli elettori.
La nota interessante quest’anno è che con il cambiamento del candidato democratico, quasi fuori tempo massimo, la campagna, che sembrava percorrere binari predestinati, si è vivacizzata ed ha ripreso energia.
- Le proposte dei candidati
I candidati di solito non si focalizzano sul promuovere i loro programmi e obiettivi ma si concentrano sul denigrare l’oppositore con fatti veri o falsi. L’importante è fare rumore, tanto rumore. Uno spettacolo decisamente triste.
E sì che di problemi da risolvere c’ è ne sono tantissimi, dalla sanità, alla mancanza di infrastrutture, ai migranti alle armi. Quest’anno poi c’è un nuovo tema: l’aborto.
L’aborto, che è un diritto garantito nella maggior parte dei paesi del mondo, in molti stati degli Stati Uniti non lo è più. Risultato, le persone si devono spostare per abortire in stati in cui è legale, i dottori favorevoli all’aborto lasciano gli stati anti-abortisti, le vecchie pratiche di aborti fatti in casa sono ritornate in auge.
- Il ruolo dei media e il comportamento della gente
Cartelli esposti nei giardini per sostenere candidati nazionali e locali
I media contribuiscono ad amplificare ogni dettaglio della campagna elettorale, costruendo continui scandali, reali o falsi.
Testate editoriali, televisione, radio e canali digitali, parlano continuamente di elezioni, sembra non abbiamo altri argomenti…ma la gente?
La politica non è un tema di cui la gente ama parlare, soprattutto in un periodo di divisione così profonda del paese. Nei posti di lavori e negli incontri fra amici la politica è spesso ignorata.
Per manifestare il supporto per uno o per l’altro partito la gente mette stickers (adesivi) sulle macchine oppure cartelli che promuovono i diversi candidati nei giardini.
I cartelli nei giardini sono spesso divelti o vandalizzati dai sostenitori del partito opposto e questo crea scontri fra i vicini che spesso vengono riportati sui social network di quartiere come nextdoor.
- L’importanza dei soldi
Invito ad un incontro con Kamala Harris a San Francisco - vendita biglietti online
La campagna elettorale è costituita da una serie infinita di fundraising events (eventi di raccolta fondi). Si va da cene esclusive con i candidati con biglietti di ingresso da 3000 a 500,000 dollari o oltre a raccolte online con donazioni minime di 5 dollari. Ovunque ci si volti viene richiesta una donazione, del resto chi riesce ad attirare più fondi ha più possibilità di vincere.
- Solo pochi stati decidono il presidente
Secondo il sistema elettorale americano alla fine la decisione del presidente è determinata dal voto in pochi stati che per queste elezioni ci si aspetta siano Nevada, Arizona, Georgia, North Carolina, Pennsylvenia, Wisconsin e Michigan.
In questi stati, chiamati swing states, il supporto per entrambi i partiti è simile ed è quindi più semplice spostare l’ago della bilancia.
In stati come la California il risultato sembra scontato, i 40 milioni di abitanti da anni danno una decisa preferenza al partito democratico ed un ribaltamento della situazione diventa complesso.
Circa un anno fa, 82.91% dei votanti della California erano registrati per votare. 46.82% erano registrati con il partito democratico, 23.9% con il partito repubblicano, 22.23% senza preferenze di partito e 7.05% come altri, secondo California state portal.
- Silicon Valley
Cosa succede nella Silicon Valley?
Dati storici, che risalgono al 2022 indicano che il 52.6% dei votanti registrati era registrato con il partito democratico, il 15.7% con il partito repubblicano, il 26.9% si era registrato non esprimendo preferenze, il 2.6% si era registrato come American Independent, e il 2.2% come altri, secondo Silicon Valley Indicators.
La prevalenza è per il partito democratico ma negli ultimi mesi la stampa ha riportato la notizia che alcune prominenti personaggi della Silicon Valley, inclusi imprenditori e partners di grandi società di private equity, hanno deciso di sostenere il candidato repubblicano ed hanno organizzato raccolte fondi per lui.
A chi darà il voto la Silicon Valley? Non ci resta che attendere.
- Difficoltà a votare
Negli Stati Uniti per votare bisogna registrarsi e in alcuni stati la procedura è complessa e mirata a disincentivare una parte della popolazione. Ci sono però gruppi di volontari che per mesi cercano di aiutare le persone a registrarsi e a votare. Questo viene fatto sia di persona che per telefono e i volontari si concentrano sugli stati swing dove come si dice qui - il voto conta di più -.
- Chi vincerà

Il 7 ottobre le schede elettorali saranno inviate via posta, per chi ha scelto questo metodo di voto. I centri di voto saranno aperti dal 26 ottobre al 5 novembre che è l’ultimo giorno valido per votare.
Molti personaggi politici, sportivi e del mondo dello spettacolo hanno già annunciato il candidato che sostengono.
Speriamo in bene!!!!!!
Molto illustrativo l'articolo. Aiuta certamente a capire meglio il mistero delle elezioni americane che purtroppo ha un impatto a livello globale..speriamo bene!
Ci sono molte analogie con la situazione italiana. Tutto il mondo è paese....
Come sempre ... ottimo articolo!!!
Interessante! come al solito notizie che a noi non giungono!!!