Fare la spesa è il mio incubo
- Pamela Campaner
- 6 dic 2023
- Tempo di lettura: 3 min
Cosa comprare per cucinare a casa quand tutti in Silicon Valley mangiano cibi pronti.
di Pamela Campaner

Fare la spesa in Silicon Valley è diventato il mio incubo. O faccio "la-spesa-tra-virgolette", quella grossa della settimana per intenderci, in almeno tre supermercati diversi in tre ore, oppure ogni giorno mi tocca infilarmi in un supermercato. Eh sì, i grocery store americani tendono ad avere un loro target di riferimento e quello è. Si va dall’etnico allo store dove tutto è organico e rigorosamente local con tanto di musica di sottofondo.
Provo a spiegarmi: prendiamo un supermercato di fascia medio/alta e di grandezza tale per cui ti aspetti di poter fare tutta la spesa che ti serve.
Invece ecco distese di cose che invece non ti servono: Oreo ai gusti più impensabili. Menta, burro di arachidi, marshmallow, anguria, Red Velvet. I Kit-Kat hanno più di 30 flavors, e se trovi il negozio che punta su target giapponese, non trovi più l’uscita.

Poi ci sono le bibite. Per ognuna dieci gusti diversi con colori psichedelici. Per comprare l’acqua minerale, invece, ho selezionato un solo supermercato. Gli altri non ce l’hanno o costa un rene. Oppure ne compri una al mango, o perché no alla ciliegia. Vai nella corsia delle passate di pomodoro e trovi chilometri di qualunque marinara, Alfredo e impossibili carbonare. Ciò che ti serve è ridotto alla scelta tra un paio di marche italiane. Marche italiane, non prodotto italiano.

Pensiamo alla pasta. Anche qui distese di pasta mai sentita che si scuoce solo a guardarla. Poi arrivi alla confezione blu di quella marca che in Italia non compreresti mai ma qui fa tanto casa. Guardi ed è tutta prodotta qui con grani di provenienza non dichiarata. Se va bene sono $3 a confezione. Una rapina. Ma è l’unica pasta che puoi comprare, a meno di non andare in un altro supermercato che fa un temporaneo 2x1 o rassegnarti a un pacco di pasta davvero italiana a almeno $5. Pacco che comunque è meno di mezzo kilo, perché qui la confezione è da 1 Lb. quindi 454g. E ti sei pure fregata quel rinforzino per pulire la pentola.

Ti rimangi subito la frase “OK, qui trovo TUTTO” e prosegui verso un altro supermercato. Per esempio qui c’è un etnico arabo da cui trovo prodotti dolciari e da forno italiani direttamente importati. Scarti il pacco di nutella biscuits a $12 e prendi (a ottobre) il panettone Maina da 1 kg allo stesso prezzo. Il resto però lo lasci sugli scaffali.
Fortuna vuole che dietro casa mia ci sia un grocery outlet. Anche in questo caso più della metà dei prodotti non entreranno mai nel mio carrello. Ma i detersivi per esempio hanno un ottimo sconto! E allora carichi la macchina. Ma se ti serve la spugnetta per i piatti o quelle quadrate colorate per pulire il lavandino, quelle nei supermercati non le trovi. Meglio le ferramenta nei downtown. Non chiedetemi perché. Le ho trovate anche al CVS, di base una farmacia che fa anche un po’ da supermercato. Quasi $6 una spugnetta. Quella gialla e verde. Una. Ah, qui tutti i prezzi esposti sono senza iva.

Accettato tutto ciò, ci sono poi altre cose che possono essere sia positive sia negative. Per esempio i carrelli non hanno la moneta e c’è un dipendente del supermarket pagato per sistemare tutti i carrelli abbandonati nel parcheggio. La frutta non si pesa perché ci pensano alla cassa. Ogni singola zucchina/pera/albicocca ha il suo bollino simile a quello delle nostre banane. Solo che questo ha un codice che corrisponde al prezzo. Fin qui bene, peccato al reparto frutta e verdura non si usino i guanti.
Ma il peggio è l’alcool. Se puoi guadagnare qualche minuto del tuo estenuante tour de force tra supermercati andando alle casse automatiche, se prendi della birra o del vino (perché per il resto c’è uno store dedicato esclusivamente alla vendita di superalcolici e accessori annessi) devi passare per la cassa. Solitamente il cassiere ti chiede l’ID anche se è evidente che i tuoi 21 anni sono stati più che doppiati. Se ti va ancora peggio, il bagging te lo fa lo stesso cassiere con una lentezza esasperante. Gli americani sono lenti in tutto, ma il cassiere del supermercato può essere snervante. Tendono a inserire tutto in sacchetti diversi. Io invece viaggio con i miei bustoni della Coop con le foto fatte dalla mia amica Silvia Amodio a stupendi cani e gatti. E loro ti guardano inorriditi all’idea di mettere tutto insieme.
L’alternativa è non bere e passare per le casse automatiche. A quelle dei Whole Foods paghi con la scansione del palmo della mano. Dopotutto è il supermercato di Amazon.
Grazie, hai reso perfettamente l'idea!
Che fatica.... e dopo tutte queste corse ci tocca anche il cassiere del supermercato?!
Aiuto 😀
Non l’avrei mai detto che fosse così faticoso fare la spesa in USA